Porto Selvaggio: un paradiso nel Salento

Salento. Una terra ricca di meraviglie naturali immerse nel lussureggiante verde paesaggistico del Meridione. Chiunque decida di trascorrere la sua estate nella nota regione turistica, dovrà di diritto immergersi nella paradisiaca esperienza di Porto Selvaggio. Un’area protetta che deve il suo fascino alla vastità incontaminata delle sue spiagge: oltre 1100 ettari – dei quali 300 occupati da Pini di Aleppo – lambiscono le coste e permettono di organizzare un’esplorazione green perfetta per tutta la famiglia. In questo articolo, di conseguenza, abbiamo scelto di aprire una breve panoramica informativa in merito alle bellezze paesaggistiche, culturali e cittadine che non possono assolutamente mancare alla to-do-list di un viaggio salentino: ecco cosa sapere.

Cosa vedere a Porto Selvaggio?

Porto Selvaggio consente di investire il prezioso tempo dei suoi vacanzieri in una vasta gamma di attività all’aria aperta. Percorsi di trekking, spiagge rocciose e aree verdi attrezzate – in cui organizzare un pic-nic – sono solo alcune delle alternative apprezzatissime da chi, ogni anno, gode della magnificenza del parco salentino. Istituito ufficialmente nel 1980 dalla concessione del Barone Angelo Antonio Fumarolo, quest’ultimo venne implementato soltanto nel 1997 e divenne la sede di grotte, paludi e baie capaci di incontrare il gusto dei turisti più avventurosi e di quanti fossero alla ricerca di un week-end di puro relax.

In ogni caso, abbiamo scelto di raccogliere i luoghi di interesse – che non possono assolutamente mancare all’esperienza estiva di Porto Selvaggio – nella top five del paradiso salentino.

Grotta del Cavallo: insediamento archeologico e contaminazione naturale

La Grotta del Cavallo è il sito archeologico tra i più importanti della nazione, sede di ritrovamenti urbani insediatisi nella zona oltre 35.000 anni fa. Le testimonianze culturali consentono di vivere appieno la tradizione storica della regione salentina, a metà tra la fauna marina e la presenza plurisecolare dell’essere umano. Per quanti fossero interessati all’esperienza inedita delle suggestive location naturali – scavate dalla forza idrica nei millenni – non possiamo che consigliare una visita alle peculiarità paesaggistiche di:

Grotta Riparo Marcello Zei: il sito archeologico di matrice più antica (oltre 50.000 anni fa) in cui entrare in contatto con la fauna dell’epoca neolitica, neandertheliana o latina;

Grotta delle Corvine: situata sotto il livello del mare, essa permette di aprire una finestra suggestiva ed emozionante sulla fauna che popola silenziosamente i noti fondali salentini. Saraghi, paguri e cipree sono i veri protagonisti della pesca locale (da assaporare anche nella cucina tipica della regione).

Baia di Uluzzo: tra trekking e architettura locale

L’area di ritrovamento si estende lungo un percorso che prende avvio da Porto Cesareo – a nord di Porto Selvaggio – da cui accedere direttamente alla Grotta di Carlo Cosma e alla torre omonima.

Il nostro consiglio è di godere della sua magnificenza architettonica: un simbolo di difesa regionale contro gli invasori, oggi collocata tra le note piste per i ciclo-viaggiatori e i percorsi di trekking dalla crescente difficoltà. Per quanti volessero ripercorrere le tracce della forza militare salentina, è doveroso procedere in direzione di Gallipoli per incontrare le altre due fortificazioni di pregio storico: la Torre dell’Alto e la Torre Inserraglio.

La Palude del Capitano: l’area dei Pini di Aleppo

La Palude del Capitano rappresenta il cuore pulsante della paradisiaca bellezza salentina: lo specchio d’acqua – in cui si sussegue la commistione di correnti marine e di acqua dolce, derivante dalla falda freatica – è sorto nel corso della storia a causa di un probabile crollo cavernoso. Al di là della rilevanza geologica, però, è importante ricordare la destinazione in questione per la presenza del lago carsico, la cui scarsa salinità permette alla vegetazione locale di crescere rigogliosa, lasciando estasiato il turista che si trova dinanzi alla sua maestosa propagazione.

Il museo di Nardò: la preistoria salentina narrata tra reperti e ricostruzioni

La maggior parte dei reperti rinvenuti nei lavori archeologici del Parco di Porto Selvaggio, sono ad oggi conservati al Museo della Preistoria di Nardò. Oltre 100.000 anni di storia umana si susseguono nelle vaste sezioni tematiche, pensate per guidare il visitatore step-by-step alla scoperta della tradizione artistica, sociale e archeologica salentina. Sebbene la maggior parte dei reperti siano stati tratti dagli scavi della Grotta del Cavallo, sono molti i contributi regionali che hanno arricchito le sale espositive della struttura.

Il litorale di Porto Selvaggio tra natura e relax

Una vacanza – per esser definita tale – deve garantire il giusto mix tra cultura, piacere della scoperta e relax. La spiaggia dell’area protetta di Porto Selvaggio si estende per oltre sette chilometri. Le scogliere che delineano il profilo territoriale, inoltre, sono perfette anche per gli appassionati di tuffi, sebbene sia consigliabile sempre la massima attenzione. Il panorama si propaga placidamente da nord a sud e la bellezza paradisiaca regala al visitatore colori e vedute inedite dalle prime ore del giorno fino al tramonto.

Poco distante dalle bellezze naturalistiche di Porto Selvaggio, si possono trovare diverse strutture ricettive, tra cui alcuni dei più caratteristici resort del Salento.

Vieni a scoprire anche tu l’esperienza estiva garantita dalla magnificenza di Porto Selvaggio, un paradiso nel Salento!